con Carla Chiarelli
La mia massima aspirazione è di avere un’autoambulanza a portata di mano come Salvator Dalì. La prima la ebbi a trentaquattro anni, quando dopo aver letto un oroscopo che mi prediceva una scampagnata allegra, mi vidi agguantata da quattro infermieri che mi buttarono sopra una Croce Verde. Erano tutti molto affettuosi e allegri. Mi davano grandi manate sulle spalle, io ero orgogliosa: quattro baldanzosi giovani mi colmavano di interessi e mi rassicuravano. Finalmente – dissi aprendo il finestrino – un po’ d’aria fresca. Già, già – disse un infermiere – aria di pianto libero. Fui scaricata all’ingresso del Paolo Pini ma ancora non capivo. Le anime benedette non credono che nel mondo ci sia la violenza. Così restavo in quel luogo tormentoso e infame che è il manicomio. Dio che orrenda parola! Cercavo, smarrita, i quattro giovani che si erano volatilizzati, quando mi trovai addosso un demente che mi diede un ceffone dicendomi: – Questo, tanto per cominciare – e se ne andò con aria altera.
Alda Merini (da Delirio amoroso)
E’ il racconto del percorso artistico e umano di Alda Merini dal 1954 al 1965, anno del primo ricovero in manicomio. La storia di una vocazione poetica vissuta come stravolgimento della possibilità di una vita normale. Attraversando brani biografici, autobiografici e letterari, si racconta quell’esordio meno conosciuto, inserito negli anni compresi tra la fine della guerra e gli anni del boom, in una Milano sospesa tra i drammi del passato e le speranze del futuro. I materiali drammaturgici sono stati assemblati con la collaborazione di Fabrizio Parenti e di Ambrogio Borsani, curatore dell’antologia Il suono dell’ombra.
A seguire nella serata verrà proiettato il cortometraggio Reato di vita di Elena Maggioni con Carla Chiarelli, prodotto dalla Civica Scuola di Cinema di Milano.