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StabileMobile Compagnia Antonio Latella
in collaborazione con Teatro Stabile di Napoli, Nuovo Teatro Nuovo
Don Giovanni, a cenar teco

regia Antonio Latella
drammaturgia Antonio Latella e Linda Dalisi
con Caterina Carpio, Daniele Fior, Giovanni Franzoni, Massimiliano Loizzi, Candida Nieri, Maurizio Rippa, Valentina Vacca
scene e costumi Fabio Sonnino
disegno luci Simone De Angelis
assistente alle scene e realizzazione scene Marco Di Napoli
assistente ai costumi Graziella Pepe
sarta realizzatrice Cinzia Virguti
fonico Giuseppe Stellato
assistenti volontari Maria Conte e Davide Calvaresi
regista assistente e movimenti Francesco Manetti
organizzazione Brunella Giolivo
distribuzione Michele Mele
produzione stabilemobile compagnia Antonio Latella
in collaborazione con Teatro Stabile di Napoli, Nuovo Teatro Nuovo
genere prosa
durata 3 ore e 20 minuti

 

 Don Giovanni, mi spaventa perché è un vampiro della vita: dove vede amore si butta per nutrirsi e vivere, non credo per amare, ma per innamorarsi di quello slancio di amore ancora incontaminato e possederlo, per poi gettarlo via una volta posseduto. È un teorema spietato sull’inganno e sulla matematica dell’amore e non sul sentimento dell’amore. L’amore è il divino: io credo che nell’amore esista Dio. Nell’amore è racchiusa la possibilità più alta che l’uomo ha a disposizione: l’amore è un dono divino che non chiede e non pretende nulla in cambio. In questo teorema sovversivo e oscuro, Sganarello è Molière che accompagna il bestemmiatore, sedotto egli stesso dalla bestemmia ma con la sola differenza che per lui l’amore è il mondo che frequenta, non le donne, ma la vita stessa, il teatro di cui si nutre e per il quale accetta ogni compromesso. Molière muore per il suo teatro, non c’è atto più fondamentalista di questo. La critica violenta fatta a lui e al suo teatro è la statua che si erige al di sopra di tutto e punta il dito su ciò che è giusto o no, partendo da un punto di vista che troppo ha a che fare con la chiesa che dice “ama un solo Dio”, e cioè: “ama me e basta”. Parole parole parole. (Antonio Latella)

 

Antonio Latella  è  una delle figure di spicco del nuovo teatro italiano. Vive e lavora tra Berlino e l’Italia. Studia recitazione presso la scuola del Teatro Stabile di Torino e la Bottega Teatrale di Firenze fondata da Vittorio Gassman. Come attore è diretto da Pippo Di Marca, Luca Ronconi, Giuseppe Patroni Griffi, Massimo Castri, Elio De Capitani, Walter Pagliaro, Tito Piscitelli, Vittorio Gassman. Ma è il lavoro di regista che gli conferisce fama nazionale e europea.

Poco più che trentenne è chiamato a dirigere uno dei corsi dell’École des Maîtres (scuola itinerante internazionale, di perfezionamento teatrale, per giovani attori di diverse culture).

Nel 2001 vince il suo primo Premio Ubu per il progetto Shakespeare e oltre e, nel 2004, il Premio Gassman come miglior artista dell’anno. La sua cifra stilistica è dominata da un erotismo macabro e grottesco e da un’ironia graffiante. Le sue messinscene più significative sono: Otello di William Shakespeare (1999), Romeo e Giulietta di William Shakespeare (2000),  I Negri di Jean Genet (2002), Pilade di Pier Paolo Pasolini(2002), Querelle da Jean Genet (2002), Porcile di Pier Paolo Pasolini, (2004), Aspettando Godot di Samuel Beckett (2007). In Francia, a Lione, nel 2004 debutta nella regia d’Opera con L’Orfeo di Claudio Monteverdi. Sempre nel 2004 mette in scena Orfeo ed Euridice di Gluck e, nel 2005, Tosca di Giacomo Puccini.

 

STABILEMOBILE è la nuova compagnia teatrale di Antonio Latella. Il punto di partenza per questo nuovo progetto è l’esperienza svoltasi al Nuovo Teatro Nuovo di Napoli nel biennio 2010/2011 in cui si è cercato di sperimentare una nuova forma di produzione teatrale in Italia.  Il gruppo è composto da storici collaboratori di Antonio Latella e da nuove figure legate alla recente Direzione Artistica del Nuovo Teatro Nuovo di Napoli. La compagnia si propone di apportare nuova linfa al sistema teatrale italiano.  Oltre a produrre i lavori firmati da Antonio Latella,  STABILEMOBILE sostiene anche gli spettacoli diretti da Linda Dalisi. Il nome della compagnia nasce dalla volontà di trovare una sintesi tra necessità di stabilità e tensione alla mobilità. In questo primo anno di attività, la Compagnia ha dato vita a diversi spettacoli che ruotano attorno al concetto di “straniero”. Tra questi , anche Un tram che si chiama desiderio di Tennessee Williams, prodotto da Emilia Romagna Teatro, si inserisce nel progetto artistico di STABILEMOBILE: lo spettacolo (Premio Ubu 2012 alla regia e a Elisabetta Valgoi come attrice non protagonista), che vede in scena Laura Marinoni e Vinicio Marchioni, dopo il debutto a Modena, nella stagione 2012/2013 toccherà le principali città italiane.

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