Fondazione Salerno Contemporanea –

Teatro Stabile di Innovazione

Ferdinando

di Annibale Ruccello

regia di Arturo Cirillo

con Nino Bruno, Arturo Cirillo, Monica Piseddu, Sabrina Scuccimarra

musiche di Francesco de Melis

scene di Dario Gessati

costumi di Gianluca Falaschi

luci di Badar Farok

genere prosa

durata 2 ore

 

Dopo essersi cimentato con “Le cinque rose di Jennifer”, Arturo Cirillo torna ad Annibale Ruccello, giovane e innovativo drammaturgo napoletano purtroppo scomparso prematuramente, portando in scena “Ferdinando”. Nelle sue note di regia spiega: “Per me Ferdinando è sempre stato legato allo spettacolo che da ragazzino vidi, credo poco dopo la morte di Annibale, al Teatro Cilea. Qualche mese fa rileggendolo ho avuto una visione, mi si è concretizzato un mio possibile “tradimento”: Ferdinando mi è apparso come un grande travestimento, un cerimoniale, fratello dei testi di Jean Genet, penso soprattutto a Le serve e a Il balcone. Un testo terribile per come rappresenta la depravazione. Un rapporto col religioso pieno di cocenti contraddizioni e rappresentato con cruda violenza, ma sempre con quell’amore struggente che mi pare abbia Annibale verso le ossessioni della sua vita. Il desiderio per un inafferrabile adolescente, nato da un inconsolabile bisogno d’amore, matura nella mente di personaggi disperati, prigionieri della propria solitudine, esacerbati dall’abitudine.  Mi pare che con Ferdinando, ancora una volta e ancora di più, Ruccello faccia fuori i generi, sessuali e spettacolari, per mettere in scena l’ambiguo e il sortilegio”.

Arturo Cirillo si è avvicinato al teatro attraverso lo studio della danza, sia classica sia contemporanea. Si diploma, come attore, all’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica Silvio D’Amico di Roma nel 1992. Come attore ha lavorato con Massimo Castri, Pierpaolo Sepe, Davide Iodice, Annalisa Bianco e Virgilio Liberti, Massimiliano Civica. Ma è con Carlo Cecchi, nella cui compagnia resterà dal 1993 al 2000, che svolgerà la sua maggiore attività come attore.  Successivamente si dedica anche alla regia teatrale, collaborando negli anni con molti attori, e creando gradualmente una compagnia. Negli anni ha ricevuto vari premi: Lo Straniero nel 1996, Coppola-Prati nel 1998, Associazione Nazionale Critici di Teatro nel 2004, Premio Ubu miglior regia nel 2004, Ubu migliore attore non protagonista nel 2006, Hystrio nel 2007, Vittorio Mezzogiorno nel 2009, Associazione Nazionale Critici di Teatro nel 2010.

Nel cinema, come attore, ha lavorato con Mario Martone (Morte di un matematico napoletano), Wilma Labate (La mia generazione), Silvio Soldini (Le acrobate), Tonino De Bernardi (Appassionate), Francesco Suriano (Il pugile e la ballerina). In televisione con Sandro Bolchi (Assunta Spina) e Mario Martone (trasposizione televisiva di Finale di partita).

 

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