La ragazza Carla

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Teatro: La ragazza Carla

“Perché non mangi / adesso che lavori ne hai diritto”… Era l’Italia del 1948, l’Italia che cercava “l’impiego”, dopo la scuola serale di dattilografia. Racconta questa Italia, quel bellissimo poema che è La ragazza Carla, scritto tra il 1954 e il 1957 da uno dei maggiori poeti italiani del Novecento, Elio Pagliarani. Una Italia che pulsava all’ombra del Duomo, affamata e speranzosa, timida e ossequiosa, ancora provincia, ancora impastata di campagna e terra. C’è questo mondo cantato in una lingua nettissima, adamantina, di grande potenza e bellezza proprio per i movimenti di candore, di ritrosia, e subito esplosiva e profetica, turbinosa e avvolgente: è la  storia della ragazza Carla, appena diciassettenne, alle prese con il primo lavoro e il primo amore, con un affacciarsi alla vita impacciato e sprovveduto, ma è anche la storia di una nazione, di una città, di tanta gente che si svegliava a nuova vita dopo dopo le ingiurie della Guerra. La povertà, sempre l’eterna povertà, la dignità, la rabbia, il disincanto, l’ironia e la comprensione: ecco cosa c’è tra le righe del poema di Elio Pagliarani. Un canto amaro, dolcissimo, commovente, in una felice interpretazione di Carla Chiarelli.

Andrea Porcheddu

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