co-produzione Menoventi e Santarcangelo 41

GECO 2 Giovani Evoluti e Consapevoli – Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento della Gioventù – Regione Emilia-Romagna in collaborazione con Emilia-Romagna Teatro Fondazione. Con il sostegno dellla Banca di Romagna e con il patrocinio del Comune di Faenza

Perdere la faccia
di Menoventi – Daniele Ciprì
regia di Daniele Ciprì
con Consuelo Battiston, Alessandro Miele, Rita Felicetti.
soggetto e sceneggiatura di Consuelo Battiston, Gianni Farina, Alessandro Miele
fotografia di Daniele Ciprì
montaggio di Gianni Farina
immagine di Nicola Samorì
genere cortometraggio + incontro con gli autori
durata 50’

Il fatto è che ad un certo punto la tirannia della prospettiva ci isola. Noi umani, s’intende. Magari i personaggi di un film vivono in un altro modo, magari loro non sono prigionieri di un determinato punto di vista. Del resto, la loro vita è una finzione dichiarata. Noi invece non potremmo proferire parola senza mentire; quella stramaledetta inquadratura sul mondo che chiamiamo percezione ci obbliga alla solitudine ed alla menzogna. Però…

Forse si potrebbe tentare di raggirare il raggiro inquadrando l’inquadratura e trasformando così la finzione quotidiana in truffa sottile. In questo modo, almeno, la menzogna si farebbe esplicita, pulita, bianca come lo schermo del cinema. Proprio questa ricerca di sincerità è la causa generatrice dell’avventura che coinvolge le tre figure principali del cortometraggio, interpretate da attori-cavie che fanno i conti con una regia spietata ed ipnotica, ma allo stesso tempo anche fantastica ed ironica. Illusioni di ogni genere fanno parte del cammino dei protagonisti, strani esseri che nell’autismo troveranno la purificazione e nell’obbedienza l’unica strada percorribile per raggiungere una verità altrimenti inconcepibile. Perdere il ruolo per consunzione, gettare la maschera come si getterebbe la spugna, perdere l’identità, perdere il senno, perdere tutto.

Perdere la faccia.

Menoventi, cioè Gianni Farina, Consuelo Battiston e Alessandro Miele, tre animosi e giovani teatranti (il nome del loro gruppo non indica un’età ma il freddo che hanno patito nell’elaborazione di uno dei loro primi spettacoli), hanno seguito una strada personale e originale. La compagnia ha realizzato piccoli spettacoli poveri e semplici ma straordinariamente originali, rigorosi e spiritosi, che procurano un pieno godimento attraversato da una sotterranea nevrosi, da un avvertibile disagio che non è solo il loro né è solo generazionale.

Menoventi ha ricevuto il Premio Lo Straniero 2012 e il Premio  Hystrio-Castel dei Mondi per giovani compagnie.

 

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